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Oct 19 2010

Il paradiso non puó attendre


Il paradiso nin puó attendre – Guardian – pdf

Oct 11 2005

APPELLO PER UN RADUNO DI PROTESTA INTERNAZIONALE IN ISLANDA NELL’ESTATE 2006


Unisciti a noi nelle aree che saranno interessate dalla diga e fai sentire la tua opposizione a questa apocalisse ambientale!

Gli altopiani islandesi sono l’ultimo grande spazio realmente selvaggio che è rimasto nell’Europa Occidentale. Ora il potenziale idro-elettrico del paese è stato preso di mira dalle multinazionali, che vogliono stabilire l’industria pesante nell’interno, finora vergine, dell’isola.

Questi vandali multinazionali – scientemente aiutati dal governo islandese – stanno per produrre una catastrofe ambientale di proporzioni mai viste.

Una serie di gigantesche dighe sono già in costruzione a Karahnjukar, negli altopiani orientali dell’Islanda. Queste dighe sono pensate esclusivamente per dare energia ad una fonderia di alluminio della Alcoa che sarà costruita dalla Bechtel (warprofiteers) nel fiordo selvaggio di Reydarfjordur, e dovrà essere operativa nel 2007. La rete elettrica nazionale non beneficierà neanche di un singolo kilowatt in più per l’uso domestico. L’habitat naturale di molte piante ed animali rari ed in via d’estinzione sarà invece sommerso, perduto, distrutto.

Altre multinazionali dell’alluminio – come la Rio Tinto Zinc (RTZ) – si sono messe avidamente in fila per ottenere l’energia a basso prezzo offerta dalle future dighe che sono progettate in tutti gli altopiani.

Incredibilmente, alcune di quelle aree che sono destinate alla distruzione – come Kringilsarrani e Thjorsarver negli altopiani meridionali – sono protette dalla legge islandese e da normative internazionali. Tutte sono di una bellezza naturale notevolissima e le loro caratteristiche uniche in termini botanici, geologici, biologici ed ecologici sono d’importanza scientifica acclarata.

Fino ad ora il governo islandese non ha esitato ad usare tattiche come le minacce personali o le persecuzioni professionali contro i cittadini che si sono opposti alla sua politica energetica, e gli ambientalisti islandesi si stanno preparando ad una difficile battaglia che non si preannuncia breve. Il sostegno da parte degli ambientalisti internazionali e la loro partecipazione al raduno del 2006 sarà di enorme importanza nella battaglia.

C’è una crescente presa di coscienza da parte della popolazione islandese del fatto che le dighe di Karahnjukar rappresentino un progetto disgraziato. I grandi problemi che emergono per la loro costruzione e l’enorme scala su cui sta avvenendo la distruzione dell’ambiente diventa ogni giorno più chiara. Inoltre, la diga sta venendo costruita in una zona sismicamente instabile e costituirebbe una grande minaccia per la popolazione locale.

In ogni caso non è ancora troppo tardi: la costruzione della diga di Karahnjukar sta già incorrendo in ritardi. Gli esperti concordano sul fatto che il 90% dei danni irreversibili all’ambiente avverranno quando le acque allagheranno la valle – ciò dovrebbe avvenire secondo programma nel 2006 ma subirà probabilmente un ritardo.

Tanto più si dilungherà la costruzione delle dighe tanto più avremo tempo per fermare i distruttori degli altipiani islandesi.

Nessuno si può permettere di consentire all’avidità delle multinazionali di avere ragione del divino dragone dei fiori e dei ghiacci islandese.

Le date del raduno saranno annunciate all’inizio del 2006. Per segnalare il vostro interesse ad unirvi a noi scriveteci a
savingiceland@riseup.net

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